A mezzanotte il neoeletto sindaco di Budapest Gergely Karácsony, da un locale alternativo nel VII distretto, ringraziava gli elettori e con rispetto salutava il suo avversario uscito sconfitto dopo 9 anni. Pochi chilometri più a sud, in un’enorme sala di un centro commerciale un po’ vuoto, István Tarlós circondato dall’elité del Fidesz salutava i suoi sostenitori e faceva i complimenti al vincitore. Le elezioni amministrative del 2019 si sono concluse con non poche sorprese, ma forse la sorpresa più grande non è da ricercare nei risultati quanto nelle dichiarazioni dei due candidati a scrutinio completato. Dichiarazioni moderate, di rispetto reciproco e di auguri di buon lavoro. Frasi che potrebbero sembrare normali e di circostanza in altri paesi, ma non in Ungheria dopo una campagna elettorale dai toni molto aggressivi e dove non sono mancate reciproche accuse, denunce e interventi della polizia.

Le elezioni di ieri, a cui ha partecipato il 48,6% degli aventi diritto a livello nazionale e il 51,5% a Budapest hanno per la prima volta dopo 12 anni sancito una battuta d’arresto per Viktor Orbán. Il Fidesz perde la capitale Budapest, cuore pulsante del paese, dopo 9 anni. Uno smacco non indifferente anche se storicamente la capitale ungherese ha sempre avuto una tradizione socialista-liberale. Il partito di governo si è trovato però in difficoltà anche in alcune importanti città che sono passate all’opposizione come Miskolc, Eger e Pécs. Opposizione che per la prima volta è riuscita a presentarsi unita in quasi tutti i comuni dalla destra radicale di Jobbik, fino ai partiti del centro-sinistra storico, passando per i verdi di LMP e gli europeisti di Momentum.

A BUDAPEST E’ NATALE

Il 44enne Karácsony, in italiano vuol dire “Natale”, ha sbaragliato il 71enne candidato del Fidesz. Un risultato inaspettato per i margini di vantaggio. Questi i risultati:

1- KARÁCSONY GERGELY: 50.86% (Momentum-Dk-Mszp-Párbeszéd-LMP)
2- TARLÓS ISTVÁN: 44.10% (FIDESZ-KDNP)
3- PUZSÉR RÓBERT: 4.46% (Állampolgárok a centrumbanegye)
4- BERKI KRISZTIÁN: 0.58% (indipendente)
A Budapest ora inizia un nuovo corso, un percorso che porterà Budapest ad essere una città pienamente europea e moderna” ha dichiarato il nuovo Sindaco.  La capitale ungherese volta pagina e si ritroverà ora a dover gestire una situazione nuova in cui l’amministrazione comunale e il governo nazionale sono su due piani politici antagonisti. Una situazione non facile in cui si metterà alla prova le doti del giovane sindaco ungherese. Il candidato del Fidesz invece lascia il posto ed entra nell’entourage dei consiglieri di Orbán. La sfida a Budapest si è giocata soprattutto tra due candidati, non ci sono stati terzi incomodi. Il risultato di Puzsér è stato più basso delle aspettative ma non è stato un risultato negativo. Puzsér ieri ha dichiarato che a Budapest hanno vinto le sette politiche. Il NER (sistema politico del Fidesz) ha guadagnato 10 anni, ma anche il sistema liberale di sinistra si è salvato.  

I risultati a Budapest e nelle cittá. Fonte: Origo.hu

L’OPPOSIZIONE SI PRENDE 14 DISTRETTI 

La capitale ungherese ha un sistema amministrativo dove i vari distretti, 23, sono molto autonomi. Ed infatti i sindaci di distretto sono più importanti da un punto di vista di concretezza rispetto al sindaco principale. Nei distretti di Budapest nel 2014 la battaglia tra Fidesz e opposizione era finita 17 per il Fidesz, 5 per l’opposizione, 1 indipendente. Oggi la situazione è 14 per l’opposizione, 7 per il Fidesz, 2 indipendenti vicini al Fidesz. L’opposizione si riprende numerosi quartieri storici. Epica la battaglia fino all’ultimo voto al I distretto (quello della Chiesa di Mattia e del Palazzo reale), terminata con 121 voti di scarto a favore della candidata dell’opposizione. Anche il quartiere della movida al centro di numerose polemica passa di mano. Rimane fedele il bastione della sinistra, il XIII distretto dove l’opposizione trionfa con l’81% dei voti. Sfida importante anche all’ VIII distretto. Il quartiere dove più grande è stato lo sviluppo urbanistico negli ultimi anni, un quartiere in profondo cambiamento e che attira numerosi investimenti che ha visto trionfare il candidato dell’associazionismo Pikó ai danni del quotato Sará, già sindaco e successore di Kocsis sindaco del quartiere ora delfino di Orbán. Proprio nell’VIII distretto si sono registrate denunce da ambo le parti per voto di scambio e durante la campagna la polizia ha fatto irruzione in casa di Pikó e sequestrato numerosi computer, ma l’accusa di violazione della privacy fatta dal Fidesz si è rivelata infondata.

NELLE CITTA’ CAPOLUOGO: FIDESZ IN TESTA MA PERDE POSIZIONI

Fuori Budapest il paese tradizionalmente è più legato al Fidesz. Ma anche qui il partito di governo arretra. Nel 2014 era terminata 20 a 3 nelle principaLi città. Oggi il Fidesz vince ma con uno scarto minore, 13 a 10. Ovvia conferma nel bastione di Debrecen per gli arancioni con il 62%, a Székesfehérvár con il 61% e a Békescsaba dove appoggiavano un sindaco indipendente che vince con il 79%. L’opposizione si conferma a Szeged con il 61%, ma soprattutto strappa Miskolc 51%, Pécs 53% e Szombathely 49% una volta roccaforte dei cristiano-democratici. Due importanti città vanno anche alla destra dello Jobbik, appoggiata da tutta l’opposizione, Eger e Dunaújváros rispettivamente con il 48% e 56%. In generale il Fidesz rimane il partito maggioritario ma arretra visibilmente in tutte le città medio-grandi.

LE DICHIARAZIONI DI ORBÁN

Il leader ungherese si è presentato nella notte accanto allo sconfitto candidato sindaco di Budapest. “Questa campagna elettorale – ha dichiarato – è stata una battaglia politica come dovrebbero essercene in democrazia. Tarlós ha salvato la capitale dal fallimento quando è diventato sindaco, ed oggi abbiamo una bellissima città grazie al suo lavoro“. Orbán si è poi concentrato sui successi nella campagna ungherese. “Ringrazio la provincia ungherese, la provincia ungherese sa che può contare su di noi, come noi oggi abbiamo contatto sulla provincia ungherese“. Il Fidesz ha infatti vinto in tutte e 19 le contee del paese. Il leader magiaro si è anche detto “aperto al dialogo” con il nuovo sindaco di Budapest con il quale si dovrà per forza collaborare.

GYŐR IL CENTRO DEGLI SCANDALI

Grande attesa per i risultati di questa importante città nel nord ovest del paese. Il sindaco uscente è stato travolto da numerosi scandali: video sessuali, utilizzo di cocaina, prostituzione e corruzione dilagante. Gli elettori del partito cristiano hanno però perdonato al sindaco questi “peccati” e lo hanno fatto uscire vincente nei confronti della candidata dell’opposizione. Borkai vince con il 44,3% contro il 42,9% della rivale, 641 voti di differenza. Borkai prende il risultato peggiore di sempre ma rimane sindaco, anche se il suo partito ha intenzione di obbligarlo alle dimissioni. Molti analisti reputano infatti che lo scandalo avvenuto a Győr abbia avuto influenzato la bassa performance del partito Fidesz nella capitale.

Il sindaco Borkai al voto con la moglie

IL FALLIMENTO DEI SONDAGGI

Buco nell’acqua per i sondaggisti ungherese. Le agenzie vicine al governo davano tutte una netta vittoria del partito di Orbán. Nézőpont Intézet a Budapest dava Tarlós in vantaggio di 8 punti. Un fallimento clamoroso che dovrebbe anche far riflettere sull’uso che viene fatto dei sondaggi in chiave politica e su come molto spesso questi siano indirizzati da considerazioni politiche.

IL SINDACO COMUNISTA

In Ungheria nel 2019 c’è ancora però un sindaco comunista. Il partito comunista dei lavoratori ungheresi vince a Borsodóta. Vince tra l’altro con il 100% dei voti. Nulla di sorprendente in realtà. Questo piccolo comune dell’Ungheria nord-orientale è amministrato dal 1990 dallo stesso sindaco, e in queste elezioni era l’unico candidato.

AVANZA IL PARTITO DEL CANE A DUE CODE

Ottimo il risultato anche per il Partito del Cane a Due Code, il partito comico ungherese che a Budapest ovunque si presenta supera abbondantemente il 10% e riesce così ad eleggere 4 consiglieri nei distretti comunali. Il partito aveva presentato solo alcuni candidati consiglieri in alcuni distretti. Un risultati apprezzabile che mostra un consenso elettorale non indifferente nella capitale.

IN CONCLUSIONE: BATTUTA D’ARRESTO MA NON PIENA SCONFITTA DEL FIDESZ

Le elezioni hanno rappresentato una battuta d’arresto per i progetti politici di Orbán in Ungheria. Non sono però da considerarsi una sconfitta piena. Fidesz governa stabilmente dal 2010, ed oggi ha perso in alcune città e soprattutto nella capitale ma mantiene le proprie posizioni di forza nella campagna. In realtà la situazione creatasi tra il 2010 ed il 2019 con capitale e Stato sotto lo stesso progetto politico hanno rappresentato un’anomalia. Nella storia ungherese molto più spesso la capitale e la campagna hanno ragionato in maniera diversa. Con queste elezioni si torna nella normalità del voto magiaro.

Rimane però la vittoria di un giovane politico dell’opposizione, Karácsony, che a fine serata ha parlato più come leader politico dell’opposizione che come futuro sindaco. Un leader in ascesa vista anche la giovane età, ma che deve ancora dimostrarsi capace di risolvere gli eterni problemi dell’opposizione ungherese. Riuscirà questo leader a tenere unita una coalizione variegata che ancora molto spesso ha attriti al suo interno? Riuscirà a liberarsi degli scheletri che girano nell’opposizione ungherese come quello del ex-premier Gyurcsány (che nei festeggiamenti sorrideva proprio alle sue spalle)? Ma sopratutto riuscirà a convincere gli elettori ungheresi del suo progetto politico? Per rispondere a queste domande c’è ancora tempo, le prossime elezioni in Ungheria sono previste nel 2022.

 

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